lunedì 8 novembre 2010

giornataccia

Sveglio presto alle seisticazzi. Buio fuori e vento che sbatte la pioggia sui vetri. Olanda depressa la mattina su se stessa. Sigaretta abbondante. My Name is Earl secondo atto. Come la Bibbia. Audio del pc a puttane. Via in bagno. Cacata sulla norma. Brutta faccia allo specchio. Ancora imbracato nelle ragnatele oniriche. Denti controvoglia di dentifricio tutti s’impastano che per nulla piace. Mezza testata nell’angolo. Moka. Tazzone e miele. Male al fegato. O pancreas? Meglio fegato. Quello lo ricambiano.
Spesa al supermercato. Otto e mezzo. Strafalciandomene dimentico a me stesso tutta la lista. La birra però no e manco il caprino. E il succo per la notte. Vento stronzo zaffa senza pin stop. Via a casa. Grigio tutto ma no le mura di marzapane. Sembra tutto di marzapane. Den Haag di marzapane. Al caldo a casa. Caldo che suda improvviso l’ascella. Controllo posta. Maicagato. Moka due. Tazzone e miele. Cannone. Desaparecido trenta minuti secchi. Lavoro. Filetti. Parole olandesi. Piatti indonesiani. Battutine in italiano. Due palle così. Sorrisi da tip tap e un occhio fisso all’ora. E l’ora s’aurora di buio pesto. Via a casa. Notte. My Name is Earl secondo atto. Cannone. Secco a dormire con pensieri da farne a meno. Giornataccia.

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