venerdì 5 novembre 2010

Belle stranezze e Poche certezze

Belle Stranezze e Poche Certezze

Era un po’ che volevo scrivere qualcosa sulle “stranezze” olandesi che poi e alla fine -troppo a casaccio- si rimbalzano tossiche tra aneddoti raccolti spesso in un week end ad Amsterdam nell’illusione di essere in Olanda e nella certezza di essere “cotti” di chissà che.
Con ogni probabilità doveva essere il primo post di Facce Da Olanda. Poi ne vedi così tante di continuo che ti dici: aspetta, e mettila da parte.
Il problema casomai è capire da dove iniziare….ecco, iniziamo dal divieto di fumare.
Come saprete l’Olanda fa parte dell’UE con tutti gli annessi e sconnessi. Quando passò la legge che vietava il fumo nei locali, questo bizzarro popolo dette sfoggio del suo astruso/meraviglioso concetto di Libertà.
Per un giorno tutti i bar e pub olandesi (solo in Den Haag un trecento e più dato che è culturale mangiare un panino fuori, notissima l’avversione degli olandesi a cucinare) chiusero e, insieme al POPOLO, si riversarono nelle strade per manifestare il proprio dissenso. Primo perché gli olandesi fumano come ciminiere, e secondo perché la mia libertà, CAZZO, non la tocchi, che ti chiami Rutte, Kuntakinten o Silviotto, è uguale. E per una costatazione inconfutabile: gli avventori dei pub FUMANO TUTTI!
Cosa è successo secondo voi? La celere li ha caricati? Qualche politico alla La Russa si è messo a sbraitare in televisione contro questi sovversivi comunisti? Un qualche Berlù del cazzo dall’indignazione ha sfiancato a colpi di Viagra 2 escort? Niente di tutto questo.
Hanno preso atto, hanno spiegato che la legge rimaneva, ma che ognuno poteva fare come meglio credeva. Risultato? In tutti i pub si può tranquillamente fumare. Almeno in Den Haag.
Se sono padrone della mia Vita, allora sono anche padrone della mia Morte. Questo è stato il risultato un po’ fatalista, ma profondamente filosofico della questione.
E stranezza su stranezza, gli unici posti dove DAVVERO non si può fumare sigarette sono i coffe shop, dove però si può comprare e fumare tranquillamente marijuana e hashish.

Come saprete, essendone uno stereotipo come la Mafia in Italia, l’Olanda è il paese delle Biciclette per eccellenza. Trovandosi non solo quasi tutta sotto il livello del mare, ma e chiaramente, in una pianura abbestia di cui non vedi la fine che ne agevola l‘utilizzo.
(Fatevi conto che l’Olanda è grande come la Lombardia).
Le biciclette qua hanno la precedenza anche su Dio e su quel coglione di Alonso.
Figuriamoci sui comuni mortali. Così, soprattutto per noi italiani che difficilmente vediamo “piste ciclabili“, camminare distratti per strada equivale a ritrovarsi a camminare contromano nella pista di un GP mentre Vale vola.
E faccio oltresì presente che le bici qua non sono come da noi, che tendiamo a renderle sempre più leggere, pesano come un bilico e sono costruite con l’adamantio.
Inevitabile quindi che se ti incicciano, la prognosi sarà piena di paroloni e tempi lunghi.
Tralasciando per non disturbare la convalescenza e a tempi migliori la consapevolezza squisitamente forense che “l’assassino” ti può chiedere anche i danni a norma di legge!
E se credete che sto esagerando, tenetevi forte, sulle piste ciclabili gli scooter posso sfrecciare tranquillamente e…senza casco!!!!!
Ho provato a chiederne in giro il significato. Solo risate ma nessuna spiegazione. Anche questa è Olanda. (E non Amsterdam, bada ben, che dell’Olanda è solo “l’odiato male indispensabile” per far cassa e niente più. Ma di questo magari ne parleremo poi).

Questa è bella come “stranezza“.
Avete presente quei carabinieri che ti fermano ai posti di blocco seriosi ed interrogativi come se fosti il peggior ricercato? O quando passano per le strade a fissare severi il mondo intorno? Ecco. Qua è un reato.
Se vado a denunciare un agente perché: mi guardava male e quindi ha abusato di me, con ogni probabilità passerà dei bei guai. Senza sotterfugi, testimonianze “a modino” di colleghi senza gloria e robe varie. Andrà a raccogliere tulipani come tutti gli altri. Semplice e chiaro.
Essere uno sbirro è una missione. Non un mestiere.
E’ questa la spiegazione molto rivelatrice e profondamente laica degli olandesi.

Se l’Olanda può sembrare una “Pentola” costruita chissà da chi, qualcuno si è scordato che il Colui non fabbrica i “Coperchi“.
In questo caso, in questa piccola nazione, il “Coperchio” si chiama SANITA’.
In confronto alla struttura sanitaria olandese, gli Stati Uniti sembrano la Gardland degli ammalati. Per dire.
Qua senza assicurazione sanitaria non hai diritto a niente (gratuitamente, chiaro). E quel poco che ti danno, di solito a poco serve.
Se ti presenti ad un pronto soccorso con la tessera sanitaria italiana, ti curano (male e a caso) e ti rilasciano una fattura che tu pagherai e forsechissàundomani lo Stato italiano ti rimborserà. Vi do due tariffe: 70/80 euro per un antistaminico che dovrete elemosinare in ginocchio (è successo ad un cliente del mio coinquilino italiano che era qua per una fiera di fiori a far business). 500 euro se chiami un’ambulanza (provate, provate. Non ci credevo, ma poi ho visto gente che si sentiva male per strada e nessuno faceva niente. Mi hanno poi spiegato che se non la chiedi tu, nessuno chiama per te un‘ambulanza perché se non puoi pagare o non hai l‘assicurazione, deve pagare lui! Ed infatti per Den Haag è rarissimo sentir suonar sirene). Una ricetta “a nero” per un semplice antibiotico a largo spettro?..fino a 130 euro, per la ricetta e basta. Credete che esageri? Il Ketadol, che in Italia lo compri al banco del supermercato, qua è considerato la panacea di tutti i mali.
Ma…è introvabile!
Entrare in una farmacia è un lusso che quasi nessuno si permette. Ed infatti più che luoghi d’aggregazione come in patria, sembrano musei minimali dedicati alle “Scatole Su Scaffale A Prender Muffa”.
Personalmente ho “già dato”. Appena arrivato ho avuto una brutta otite con tappo di cerume dovuta al timpano sinistro forato/lasciato in quel di Hampi in India, e al vento che qua “ti spezza le reni”. Non sono riuscito a trovare un medicinale adatto neanche con la carta di credito messa in bella vista all‘italiana. Per trovare una pompetta per fare gli sciacqui all’orecchio, non solo sono stato trattato come un semplice drogato in farmacia, ma alla fine me l’hanno dovuta spedita dall’Italia! Insieme agli antibiotici e tutto il resto. Via USB. C’ho i testimoni. Che ancora non credono alle loro orecchie e che colgo l’occasione per ringraziare ancora. Per curare un’otite.
E solo Manitù sa quanto ho patito, “nell’indifferenza” tutta olandese, quei maledetti 15 giorni. (Ma qui vivono un fatalismo tutto africano che certe volte m’incazza, troppe volte m’attizza).

Per capire che gli olandesi sono un po’ strani, basta ascoltarli parlare o provare a leggere Duch (si dice così, strano eh?). Un intruglio di lingue pieno di consonanti aspirate che ogni tanto trovano pace nell’enfasi di una vocale. Vi traduco alcune parole: buon appetito? Eet smakelijk. Baccalà? Cabijou. Vita? Level. E così, con tre parole, abbiamo scomodato gli arabi, gli inglesi i portoghesi e…, ci mettiamo anche i francesi? Ma per fortuna parlano tutti inglese. E Ciao Bello lo sanno dire tutti. Con buona pace degli italiani nostalgici che qua fioriscono come i tulipani. (Ma perché la gente va a lavorare all’estero e poi ha nostalgia della Basilicata? Siamo sicuri che la cosa non sia “un po’ strana“?).

L’ultima stranezza mi “riguarda” in qualche modo. Racconto.
Se avete per caso seguito i miei post forse saprete che lavoravo in un ristorante italiano famoso. Ecco. Oggi non più. Avevo scoperto l’altra faccia della medaglia ed ero molto deluso che stavo per tornare a casa un po’ avvilito. (ho saputo che il mio contratto era “a nero” e che percepivo la metà della paga senza NESSUNA garanzia medica e sociale, praticamente un mezzo clandestino…ma a lavorare per gli italiani in giro per il mondo, questo spesso succede…e poi ci danno dei mafiosi dovunque…Mha).
Avevo persino comprato il ticket per tornare pieno di buoni propositi ma, il giorno che dovevo partire, il pub sotto casa mia (di proprietà olandese) mi ha chiesto se volevo lavorare per loro come cuoco di cucina….indonesiana! (che poi dopo l’arringa cruda, sarebbe la cucina nazionale! Bho, gli olandesi l’adorano…)
A 46 anni uno deve imparare ad essere riflessivo prima di prendere decisioni importanti.
E ci ho pensato molto bene…per 5 minuti buoni! Poi ho preso il ticket, l’ho buttato nel secchio, e il giorno dopo ho iniziato a lavorare con gente d cui non capisco una parola, non conosco un piatto e…o porca troia!, funziona! È dura ma funziona. E da loro non solo sto imparando a cucinare Wasabi, Nasi Bagor, Gado Gado e zuppe Soto, ma sto imparando a “prenderla leggera” ( go easy Mau , go easy..mi ripete sempre il mio boss), a non preoccuparmi troppo, e a vivere più me stesso.
Forse durerà poco, forse durerà tanto, ma la cosa davvero strana è che…in tutto quello che mi è successo queste ultime due settimane ….non ci vedo proprio niente di strano!
Forse perché invecchiando uno diventa un po’ cretino?
O forse perché se ti ricordi di essere vivo, è bello vivere il proprio destino?

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