mercoledì 24 novembre 2010

Che cazzo c’entra Berlusconi con me?

In questo momento di grande confusione politica, un po’ per lisergia-un po’ per la consueta fica, o forse di grande opportunità rivelatrice che o abbigotta o incazzeggia a bestia, vorrei farvi conoscere un aspetto forse poco noto a noi italici che abbiamo come riferimento lo Stivale quale epicentro del mondo: Con tutti i casini che B. combina, qualcuno si è chiesto come ci vedono all’estero, a noi italiani brava gente?
Io lo provo sulla mia pelle dai tempi della D’Addario ,dei festini in Sardegna e di Noemi.
Sbarcai in Kenya, precisamente a Mombasa, e incontrando cari amici africani che aspettavo clienti italiani, dopo un degno saluto, tutti iniziarono a chiamarmi Berlusconi e ad ammiccare e fare battuttaccie. A me! Che se potessi lo castrerei! Andò avanti così per due settimane. Senza tregua alla stregua e matupito. In Kenya. Non in qualche fottuttissima famossissima università italiana!…u follow me?….

A distanza di un anno eccomi di nuovo qua, a farmi prendere per il culo.
Ma stavolta non sono africani “imbiancati” che non hanno nozione documentata e vanno di spiritosaggini, ma severi europei come gli olandesi che continuano a domandarmi: ma è tutto vero? Ma dimmi la verità, non ti vergogni di essere italiano?….domande così. Capirete come mi sento.
E poi e alla fine che cazzo rispondi?
Io non l’ho mai votato? Io lo odio? O cosa? Per loro è semplicemente inconcepibile che un politico faccia ste robe qua e la faccia franca. Qua li prendono a calci nel culo nel senso più reale del termine per MOLTO, MOLTO meno. Il premier Rutte del quale il blogger si fregia di foto, passa davanti al locale dove lavoro a piedi e da solo, un giorno si e uno pure. Senza guardie del corpo o polizia. Se facesse ste robe qui, lo prenderebbero a scapaccioni nel mezzo della strada, credetemi!

Ed surreale e inconcepibile che dobbiamo vederci passare sotto il naso, EPRESSOCHE’ IN SILENZIO, il messaggio: italiano=mafioso e puttaniere!Perché questo sta passando. Insieme alle iconografiche pizze, mandolini e paisà. E sono imprinting che dureranno, difficili da controbattere e da digerire. Ci danno al 78 posto su un campione di 178 paesi per indice di corruzione. Veniamo dopo il Ruanda. Pensa te. Ma in Italia nessuno dice niente. In Olanda me l’hanno fatto notare indicando il quotidiano, diversi amici e clienti.
Il presidente dell’INPS dichiara che se i precari sapessero dove finiscono i soldi dei loro contributi in Italia si rischierebbe LA SOMMOSSA POPOLARE!…L’ho letto nel Fatto ma quel giorno l’Italia calcio (non) giocava a Genova contro la Serbia e nessuno disse A.
Qua più di uno mi ha chiesto cosa succederà in Italia tra dieci-vent’anni a proposito delle pensioni, quando mi inerpico inutilmente per discorsi che (stra) parlano d’enfasi Sociale, ma che poi e alla fine, dovranno fare i conti con il mondo reale, quando scoppierà definitivo il bubbone pensioni.
E nessuno di chi paga avrà più voglia di stare chino o peggio, a pecoroni.
E tutto questo Loro lo sanno meglio di Noi, semplicemente perché in giro per il mondo ci sono giornali-riviste-quotidiani seri, televisioni con programmi seri, e di noi parlano e sanno molto, essendo percepita come INCOPRENSIBILE ED ASSURDA la situazione che è andata a crearsi in Italia.
Spesso sono a conoscenza di dati e fatti sulla realtà del nostro Paese molto più di noi che viviamo ovattati dentro un’informazione coatta meschina e servitrice. Di qua e di là, sia chiaro.
Ci vedono come dei guasconi che son pronti a giocare sporco per raggiungere i loro obbiettivi. E diffidano di noi.
Mentre noi siamo disposti a sbudellarci per difendere Saviano e denigrare Gasparri, ma poi prevale sempre l’individualismo catto-comunista-fascista: morte tua vita mea. E tutto sembra rimanere uguale a prima, quando in realtà tutto sta precipitando in un baratro senza fine.

Devo ammetterlo. Ogni tanto ho paura se penso a quello che ci aspetta.
E ritrovarsi in giro per il mondo a “guadagnarsi il pane”, troppe volte mi sta sembrando più una vessazione che un privilegio.
Ma se penso all’Italia, che dovrebbe essere Casa Mia, sarò scemo, ma preferirei ritrovarmi in Albania.

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