venerdì 18 maggio 2012
Con i piedi due metri da terra
Sono tempi strani questi.
Un po' l'era dei Maya che è l'ora e ci facciamo tutti la bocca e poi invece non è dice uno. Un po' le bizze dei neurini che sfrecciano nelle viscere dello Stivale con tanto di tunnel di (ex)governo, un po' 'sta (cazzo) di Belen che adesso o ce la da a tutti o. Un po' e sopratutto il comico miliardario che scende dal trono e lascia l'Italia appesa ad una lap dance e l'altro comico miliardario che sta organizzando una mezza rivoluzione sotto il naso di quasi tutti.
'Sti ..zo di famosi sportivi che muoiono e van via come il pane e piangono tutti e tutti s'interrogano e ogni 40 secondi un bambino muore in Africa x malaria e c'interrogheremo e piangeremo forse domani chissà ma magari no.
Quelli della Magliana che ritornano di moda nella Roma in mano ai fasci/sicurezza. Bersani/Alfano/Casini 'sta cippa che bel tris di cretini, quelli che oramai spacciano perchè c'ho famiglia ma son di destra, quelli che a 60anni sono in pensione da 20 ma (ab)norma di legge, il “governo dei tecnici” (lo pensavo in Kenya. Non ci volevo proprio credere da lì che l'86% degli italiani s'era bevuta 'sta banda di cobra senz'anima come salvatori della Patria, ma questo era), i giramenti di palle a livello di (in)conscio globale. Insomma, ognuno c'aggiunga la sua. Ci sarà tempo.
Ma noi siamo Itagliani.
I più meglio di tutto il mondo ma anche di più.
Noi parliamo Itagliano, mica 'sto cazzo d'inglese che non si capisce mai una minchia.
Noi siamo il calcio più bello del mondo isole comprese.
Noi che l'espresso e la gnocca nostra figurati non ce n'è.
Noi siamo machi, topolone a bbestia, furbi, furbini fricchettoni un tot al grammo e mammoni.
Noi siamo davvero un sacco di cose.
Siamo dei Lavitola qualunque svenduti al miglior offerente, siamo dei poveri guerriglieri del cazzo se ancora c'è Geronzi, e alla fine del salmo siamo tutti genuflessi come vecchi orsi.
Ultimamente siamo una cosa in più del solito che ci fa anfitrioni:
siamo molto flessibili.
Su tutto.
Sul lavoro. Sulla casa. Sul nostro cazzo di futuribile futuro. Su quando andremo in pensione o se mai c'andremo. Dubbiosi finalmente a osservare di sbieco se l'Obbiettivo Finale era quello per davvero.
Per quanto cazzo di tempo ancora vivremo.
Sui nostri progetti e sogni a ridimensione e scomparsa.
Sui ma tu forse non c'eri da prima ma io per davvero.
Sui suicidi di gente che Equitalia ma son piccoli numeri.
Siamo così flessibili che un giorno siamo in prepensionamento (patacca vigliacca fanculo a tutti) e il giorno dopo siamo esondati (patacca vigliacca e due e palla al centro fanculo a tutti ma al cubo).
Siamo convinti/flessibili a non credere più in un futuro.
Oggi ricchi e ovattati e domani a rischio povertà e sulla via della miseria. Siamo così flessibili che basta tirare fuori la sola parola magica di tutti gli states del Mundo: Grecia. Splash! Che ci flettiamo tutti a 90 gradi.
O quasi.
La usano sempre. Di cosa si parla fa uguale. Oggi ti zittiscono con lei.
LaGrecia, di cui noi conosciamo bene tre isole e poco Socrate.
Siamo flessibili e rassegnati.
Che è molto peggio.
Dobbiamo fare sacrifici.
È il momento di stare con i piedi per terra.
Ci sentenziano dai quotidiani.
(NDB. Repubblica sta diventando una roba che).
Ecco. Su dove tenere i piedi ho tutta un'altra teoria.
Spiego.
Cosa vedi se hai i piedi per terra di questi tempi?
Depressione, gente schizzata, un mondo in patetico bianco e nero e puà, una società persa nello stesso labirinto che ha inconsapevolmente creato, l'Elettrodomestico Diabolico, un'impennata incredibile di “bonzi” che la fà finita con il kerosene. Imperterriti a pianificare pranzi e cene.
Insomma, una desolazione che avvolge, coinvolge, demoralizza, affievola l'acume e ti stritola ma con calma e per piacere.
Col cazzo che sto con in piedi per terra.
Meglio un metro sopra. Meglissimo due.
C'è più aria buona, non è proprio biologica ma.
Non è facile lo so.
L'I-Pad da pagare.
Il mutuo da saldare.
La rata della Punto turbo a bussare.
La fila rancorosa alle Poste, al Ipermercato, persino davanti all'Altare.
L'Ego che fotte l'Io e sodomizza l'Alter senza neanche pensare.
Oramai quasi Tutti di nascosto a bere, fumare, sniffare.
Vite che eran vere ma la cui massima aspirazione oggi è Postare.
Aperitivi, concerti e amori che poi chi cazzo me l'ha fatto fare.
Tutta una roba così. A schizzo e a ragione.
Ma proviamo per un attimo a piazzarci due metri da terra.
Come si vede il mondo da qui? Un po' meglio?
Li vediamo tutti più piccoli di quello che sono e ci rassicuriamo?
C'è un po' di Quiete?
Bene.
Allora mi piazzo qui.
A equo canone.
La fai facile tu dici te.
Sì, hai ragione, la voglio fare facile.
Per i momenti duri e bui che forse (non) verranno ci sarà tempo.
Intanto gli pisciano in testa da lassù. Che se ci ricordiamo il potere del Giullare non è poca roba.
E se qualcuno dei lor signori avesse da ridire possiamo sempre citare in parafrasi il sig. Stravaglio:
o bischero, ma un tu lo senti che piove, 'ntà detto un cazzo l'assessore?
Tu stai pure lì, noi da quassù aspettiamo che spiova, Signore.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento