martedì 22 maggio 2012

Disoccupanza





Da lontano credevo fosse una mezza leggenda invece è vero.
Essere disoccupato in Italia, a differenza di tutto il Globo, è un lavoro.
Busta paga invisibile ok, ma un lavoro è.
Una volta quando eri disoccupato, facevi un giro, bussavi a due bandoni e due giorni dopo trovavi qualcosa da fare (ad oggi sono più di trent'anni che sono nel mondo del lavoro, ho fatto mille mestieri e quindi lo).
Oggi col ca.
intanto puoi girare fino alla Patagonia che se non sei raccomandato, spintarellato, cugino di, son cazzi a prescindere.
Ma neanche questo poi basterebbe.
L'ho capito stamani.

Vado all'ufficio per l'impiego a prendere il mio stato anagrafico (cioè disoccupato) per presentare una domanda.
Aspetti un attimo che l'impiegato è impegnato.
Aspettanzo di sguardi attorni ed i miei occhi cadono in una bacheca piena di fogli e grossa come la Basilicata.
Ci saranno inserzioni di lavoro, penso.
Come no!?
Allora, corso di 4 ore per imparare a compilare un curriculum.
Corso di 4 ore per imparare a trovare lavoro in Rete.
Corso di 4 ore per imparare a spedirlo via mail.
Tutta una roba così.
Capito? Praticamente essere senza lavoro è diventato un lavoro da specializzati.
E se non conosci le nuove regole del gioco ti diventa un lavoro che stressa,
matupisce, depressa, a costo zero. Una pacchia insomma.

Parlando con uno oggi mi raccontava il “film” dei concorsi.
Diventa una storia come i gratta e vinci.
Dopo il 7imo non puoi più farne a meno e vai in calo.
C'è gente che orgoglia quando ti racconta che ne ha già fatto una 60ina.
Gli brilla gli occhi. Che poi manco una volta si sia piazzato in zona Europa League è tutt'altra faccenda.
Ti danno le dritte giuste.
Godono di una gioia reale autentica e perversa quando gli racconti che per tre posti da infermiere eravate 6982 esseri bipidi.
Perchè loro ci sono già passati. Tu sai quanta strada devi fare ancora.
Uno così la sera si piazza a guardare qualche quiz demenziale non con l'indolenza dello sfigato, ma con il cipiglio di chi anche oggi ha fatto il suo dovere. Di chi il suo lavoro l'ha fatto e tiene la coscienza a posto.
Parlano di economia e finanza che ci sudano pure.
Che sia Monti o Obama ne conoscono i più intimi pensieri.
Van di statistiche arditissime e pane e vorpe ma convinti di saperne più del diavolo.
Ti fanno notare persino i calli alle mani.
Poi però può darsi che la notte piangano. Non lo so.

È un pò strana 'sta cosa e non l'ho afferrata bene tutta.
Però imparerò.
Tanto il curriculum ce l'ho, la mail la so usare, in Rete vò come un treno, non faccio una sega tutto il giorno.
N'avrò di tempo per pensare?

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